La mia Storia
perché devo fidarmi di voi?
Perchè devo fidarmi di voi? Cinque anni di comunità sono stati il tempo necessario a Anna per passare dal “perché di voi devo fidarmi?” al “qui mi sono sentita accolta”. Cinque anni in cui la fatica di un nuovo ambiente, di relazioni guardate con sospetto, di regole da osservare ogni giorno si è sciolta pian piano in una familiarità che è servita per crescere.
Anna mette piede in Comunità Lidia all’età di 13 anni. Non alza mai gli occhi da terra. Si chiude in un silenzio invalicabile. “Avevo questo pensiero fisso – racconta lei stessa –: se coi miei genitori è finita male, come potrebbe andare meglio con queste qui?”. In comunità il contatto quotidiano con le educatrici e le altre ospiti è una salita pesantissima. Un po’ alla volta, però, la corazza dentro cui si trincera inizia a mostrare qualche crepa. “C’è stato un lavoro di gruppo importante e ho imparato lì ad avere un punto di vista diverso sulle cose”. Per esempio sulla scuola. Anna racconta: “C’è stato un periodo molto difficile, ero in crisi perché pensavo di non essere adatta per quel tipo di istituto che frequentavo. Avevo dubbi enormi sull’andare avanti o meno. Parlare con alcune educatrici mi ha aiutato a capire che il problema erano solo alcune materie, non c’era bisogno di mettere in discussione tutto”.
La vita di Anna in comunità Lidia comincia a costellarsi di questi piccoli successi. Serve l’umiltà di non difendersi da certi rapporti. “Cristina è una delle persone che qui mi ha aiutato di più – ammette –. All’inizio lei non mi piaceva: è una vulcanica, esplosiva, nel bene e nel male. Poi ho capito che anche quando si arrabbia è perché mi vuole bene”. Col passare del tempo, affiorano gusti, preferenze, una sicurezza in sé prima inimmaginabile. Una identità. “I miei hobby? Mi piace leggere romanzi e libri storici. Mi piace molto Alessandro D’Avenia e poi suono la chitarra”. Anche il futuro non è più un enigma, anzi, Anna si è iscritta al corso universitario di “Mediazione linguistica e relazioni internazionali”. L’obiettivo è chiaro: “mi piacerebbe fare un lavoro incentrato sugli altri, è un desiderio che è nato stando qui in comunità. Il mediatore aiuta chi vive dei blocchi culturali e linguistici a integrarsi nel differente contesto in cui vive”.
Con i 18 anni compiuti, Anna lascerà la comunità Lidia. “Un bilancio? Beh, da una parte preferirei non mi fosse mai accaduto nulla dall’altra mi ritengo fortunata perché qui ho cominciato a guardare le cose in modo diverso, per esempio le fragilità, le debolezze non sono qualcosa di sbagliato ma un punto di partenza. Sono un dono. È un bagaglio che mi porterò ovunque.”